La Necropoli del Crocifisso del Tufo è raggiungibile sia dall’ingresso di Porta Vivaria che da quello della chiesa della Madonna del velo. E’ il settore settentrionale visitabile della necropoli anulare etrusca e prende il nome dalla vicina chiesetta rupestre del Crocifisso del Tufo. Le prime notizie di ritrovamenti riferibili alla necropoli risalgono al Settecento, ma parte delle tombe furono portate alla luce nell’Ottocento, grazie alle fortuite scoperte avvenute in seguito alla costruzione della strada Cassia Nuova. Successivamente la zona è stata oggetto di sistematiche campagne di scavo a partire dagli anni Sessanta del Novecento.
E’ caratterizzata da una disposizione regolare delle tombe, costruite una accanto all’altra lungo strade dritte, parallele e perpendicolari tra loro così da formare una sorta di impianto urbanistico ortogonale. La tipologia architettonica delle tombe, databili al VI secolo a. C., è definita come “modello orvietano” per la sua peculiarità. Le tombe “a dado”, molto simili tra loro, sono costituite di solito da una camera a pianta rettangolare coperta da una falsa volta e contenente una o due banchine depositorie. Le pareti esterne hanno alla sommità una cornice tripartita e sull’ architrave delle porte d’ingresso sono incisi i nomi dei proprietari. Ogni tomba era coperta da uno strato di terra battuta su cui poggiavano cippi di pietra.
Bibliografia
- Bizzarri, C. Curri, Magica Etruria, Firenze, 1968
- Stopponi, Gli Etruschi a Orvieto, Orvieto 1985
A.E. Feruglio, Le necropoli etrusche,in G.M. Della Fina, Storia di Orvieto. I Antichità,Città di Castello, 2003